domenica 31 luglio 2022

COSMETOLOGIA AYURVEDICA 3° LEZIONE

 


BASI DELLA MEDICINA AYURVEDICA in COSMETOLOGIA

a cura di:  Tatiana Aliprandi 

Operatrice ayurvedica: 

FORMATRICE e ESAMINATRICE:

Ayurveda, Yoga, estetica, posturologia e psicosomatica.

3° Lezione




Tratto da uno scritto del medico.

La pelle: un abbraccio che protegge.
Quante volte la trattiamo male?

Nel Charaka Samhita sono definiti i meccanismi attraverso cui il massaggio esercita il suo meraviglioso effetto.

Vata domina nell’organo di senso del tatto, e quest’organo ha la sua sede nella pelle. Il massaggio è di gran beneficio per la pelle; perciò andrebbe praticato regolarmente.

Inoltre in Āyurveda l’oleazione di corpo e testa è prevista nella routine igienica quotidiana (chiamata Dinacharya) e, sempre nel testo classico ayurvedico Caraka Samhita, viene detto:

Se una persona pratica regolarmente il massaggio d’olio, il suo corpo non risente di ingiurie o del lavoro più duro. La sua struttura fisica diventa forte, flessibile ed attraente. Mediante questa pratica il processo dell’invecchiamento è rallentato.

Vedere il mondo attraverso la pelle

L’Āyurveda presta un’attenzione particolare alla pelle; essa è infatti assieme al cuore la sola struttura a possedere negli antichi testi classici una dettagliata, e sotto molti versi strabiliante, descrizione della struttura anatomica e non solo funzionale.
Strabiliante perché queste descrizioni appartengono a testi di epoca remota e risulta incomprensibile come potesse essere nota in quel tempo la struttura anatomica microscopica.

In questi testi è descritto come la formazione della pelle abbia origine a livello fetale per effetto dei Dosha, o principi biofunzionali.

Nel Charaka Samhita, antico testo di medicina ayurvedica databile intorno al III-V sec. AC, la formazione degli strati della pelle è descritta utilizzando la metafora del latte in ebollizione:
così come nel riscaldare il latte si formano strati di crema sulla superficie, in modo simile a livello embrionale, i (Dhātu) tessuti formano i diversi strati della pelle del corpo
e prosegue descrivendo così come la “panna” si formi in strati e gradualmente aumenti di spessore, così come i vari strati della pelle formata a livello embrionale si fondano generando così la pelle matura che riveste il feto pienamente sviluppato.

L’Āyurveda riconosce quindi sei strati della pelle, sette per alcuni, che sono riconoscibili nei cinque strati dell’epidermide descritti oggi dalla moderna anatomia più il derma e, contando il settimo strato, al sottocutaneo.

Nell’antica conoscenza ayurvedica è inoltre molto chiara la composizione biochimica della pelle; nel Sushruta Samhita, un altro antico testo di Āyurveda particolarmente famoso poiché tratta anche gli aspetti chirurgici e la chirurgia plastica, è infatti detto che il corpo è fatto di materia untuosa, indicando con questa affermazione la proprietà principale dei lipidi e del fatto quindi che siano il primo costituente strutturale dell’organismo. Il dettaglio della conoscenza degli aspetti anatomo funzionali della pelle arriva così in profondità al punto di descrivere minuziosamente i tempi di assorbimento degli oli medicati attraversi i vari strati dell’apparato tegumentario.

La pelle secondo l’Āyurveda è formata nella sua struttura anatomica principalmente da quei tessuti definiti dai Dosha Pitta e Kapha anche se funzionalmente essendo la pelle sede del senso del tatto, è invece riferibile primariamente a Vata. La pelle infatti fornisce un primo livello di difesa meccanica dagli agenti esterni ed ha un ruolo fondamentale nella termoregolazione e nella sorveglianza immunitaria, tutti ruoli in cui i Dosha Pitta e Kapha sono primariamente coinvolti.

Dosha Vata e il senso del tatto
Tuttavia il senso del tatto con tutti i recettori coinvolti (si ritiene che per ogni centimetro quadrato di pelle vi siano 5000 recettori) è determinato nella sua funzionalità dal Dosha Vata.

La nostra percezione dei limiti corporei, della nostra interazione ed intelligibilità con l’ambiente esterno e quindi della sua esplorazione e rappresentazione è direttamente gestita dal Dosha Vata. 
La pelle specchio dello stato di salute
Non solo, la pelle è un vero e proprio specchio e come tale indicatore dello stato di salute dell’individuo; il suo colore, la radianza e la luminosità sono espressioni dello stato di salute generale.

Dr. Antonio Morandi medico neurologo, esperto in Āyurveda.

Gruppo Fb Gli ultimi segreti  QUI





lunedì 4 luglio 2022

COSMETOLOGIA AYURVEDICA 2° LEZIONE


BASI DELLA MEDICINA AYURVEDICA in COSMETOLOGIA

a cura di:  Tatiana Aliprandi 

Operatrice ayurvedica: 

FORMATRICE e ESAMINATRICE:

Ayurveda, Yoga, estetica, posturologia e psicosomatica.

2° Lezione

L'erboristica ayurvedica si fonda su una precisa teoria energetica, le proprietà delle piante sono  sistematicamente poste in relazione con il loro sapore con i cinque elementi, con il loro potere riscaldante, o raffreddante, con il sapore che si avverte dopo la digestione e con altre eventuali proprietà, che possono avere. 

Questo semplice sistema così lontano dalla complessità dell'analisi chimica, spiega le proprietà fondamentali delle piante offrendoci  una struttura che permette di identificarle e di classificarle agevolmente, e pertanto di usarle tenendo conto della costituzione e delle condizioni individuali.  

Questa teoria è il punto di forza dell' erboristica ayurvedica, un analogo fondamento lo si ritrova anche nell' l'erboristica cinese. 

Ora cercherò di spiegare l'azione di alcune piante in base ai Principi ayurvedici. 

Secondo l'ayurveda il sapore di una pianta non è accidentale ma fornisce un'indicazione delle sue proprietà essenziali, di solito non si mette in relazione il sapore con le proprietà terapeutiche, nell' ayurveda il sapore  è una tra le caratteristiche che ci permettono di identificare una pianta ma non certo di comprendere il potenziale, è comunemente ammesso che le piante piccanti e aspre hanno proprietà riscaldanti, stimolanti, che quelle amare  sono rimedi antipiretici. 

Non si ferma comunque qui il loro studio. 

La parola sanscrita che indica il sapore, Rasa, ha molti significati che ci aiutano tutti a capire quale sia l'importanza del gusto in Ayurveda. 

Rasa significa essenza pertanto il sapore indica il senso della pianta ed è forse il fattore più importante nella comprensione delle sue qualità; rasa significa anche linfa, così che il sapore di una pianta riflette le proprietà della linfa e del vigore. 

Rasa significa pure apprezzamento  godimento, estetico, nota musicale, il sapore procura delle sensazioni e queste sono ancora l'essenza della pianta. Attraverso il sapore si possono percepire la sua bellezza il suo potere, rasa significa infine circolazione, felicità, danza, tutte cose che riflettono la luce, l'energia di quella data pianta. 

Lasciando perdere ora l'azione a livello nervoso, a livello digestivo, proviamo ad osservare la potenza di queste piante una volta applicato sulla pelle o sul cuoio capelluto. 

Dove avviene comunque una digestione tra la pianta e la pelle. 

Non c’é nulla nel mondo che, in condizioni e situazioni appropriate,

non abbia utilizzo terapeutico.

– Charaka Samhita, Sutrasthana, XXVI, 12

Ayurveda è stato uno dei primi sistemi medici a capire l’importanza cruciale del tipo di cibo che mangiamo, l'utilizzo di erbe e piante,  e non per ultimo la sua influenza sulla nostra salute.

Per poter scegliere le sostanze adatte alla corretta alimentazione o alla cura della pelle, l’Ayurveda usa i parametri del sapore (rasa), dell’energia (virya), dell’effetto post digestivo (vipaka), dell’effetto particolare di alcune sostanze (prabhava), e delle qualità delle sostanze (guna).

Come il concetto di tridosha è importante per capire la costituzione degli individui e fare la diagnosi di una problematica, così la conoscenza dei rasa o sapori è necessaria per il trattamento. 

Sappiamo che esiste una stretta relazione fra dosha e rasa poiché entrambi sono fatti dei cinque elementi ed entrambi in generale hanno la predominanza di due elementi. 

Il sistema della classificazione dei cibi e delle erbe secondo il sapore, l’energia, le qualità ecc. della materia di cui sono composte, è un bellissimo esempio di come i saggi del passato hanno risolto il problema di trovare un sistema di medicina universale applicabile.

È importante conoscere la propria costituzione di base (Prakriti), gli eventuali squilibri del momento prendendo sempre in considerazione anche la stagione in cui ci troviamo. Una diagnosi precisa e accurata prima di usare un erba anche solo per un sapone, unguento, o altro è importante.

L'ibisco per esempio, viene chiamato Japa, che significa recitazione dei mantra.

Si usa il fiore, ha un energia astringente, un sapore dolce, è raffreddante, diminuisce pitta, il fuoco, e kapha la terra/acqua, ma aumenta vata, il ventro/etere.

I fiori di ibisco sono sacri a Ganesh, il dio della saggezza, hanno un energia simile al fiore di loto ed alla rosa.

Rendono bella la carnagione che soffre di rossori, stimolano la ricrescita dei capelli, soprattutto nei periodi estivi o quando si soffre di caldane.

Non sono consigliati per cute secca e con forfora.

La Liquirizia, chiamata Yastimadhu, che significa bastone di miele, viene usata per idratare, ricostituente, ringiovanente per cute e capelli.

La sua azione energetica è dolce, ma rinfrescante, aumenta kapha, portando più acqua, toglie pitta, fuoco calore e vata il vento, secchezza e disidratazione.

Come impacco sulla pelle ringiovanisce, idrata, riduce il calore.

Viene usata la radice polverizzata o tisana.

Bhrńgarãja (eclipta alba compositae)  il suo nome significa, il signore dei capelli, perché promuove la crescita dei capelli. 

Parti usate, aeree della pianta, energetica  amara, astringente, raffreddante. 

È tridoshica, cioè ottima per tutti i dosha. 

Impacchi con questa pianta, aiutano per l'incanutimento precoce dei capelli, calvizie/alopecia, previene l'invecchiamento precoce della pelle, è molto conosciuto in India il suo olio per il colore nero e lucente e la forza che conferisce ai capelli. 

Bibliografia

Medicina ayurvedica 

Dott. V. Lad e D.  Frawley.





Tutte le informazioni contenute nel seguente blog sono a mero scopo informativo. Declino pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo o estetico senza previo consulto medico.

Fonti: Bibliografia

ALL RIGHT RESERVED COPYRIGHT - legge sulla proprietà intellettuale N. 633 del 22/04/1941

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge N°62 del 07/03/2001.

Rare immagini sono tratte da internet, ma se il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autrice del blog che provvederà alla loro pronta rimozione.

L'autrice dichiara di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, il cui contenuto fosse ritenuto non idoneo alla pubblicazione verranno insindacabilmente rimossi.

Licenza Creative Commons Questo blog di Eleonora è distribuito con Licenza Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate

© Non è consentito ripubblicare, anche solo in parte, i post di questo blog senza l'esplicito consenso dell'autrice.
gli ultimisegretidiEleonoraDesign byIole