giovedì 30 agosto 2018

POMMADE ALL'ARNICA MONTANA

Nei secoli passati prima del tempo del consumismo, i nostri vecchi non buttavano via nulla, sfruttavano qualunque cosa, dal pane vecchio alle bucce delle patate ecc ecc... Nel mio precedente articolo vi avevo anticipato che avrei utilizzato i fiori dell'arnica estratti dal fiasco per ottenere la "pommade". 
La pommade anticamente veniva preparata friggendo i vegetali nel grasso animale per ottenere tutti i costituenti; questo unguento veniva utilizzato così com'era sulla pelle. Ai giorni  d'oggi non si ama utilizzare il grasso animale, per cui vi illustrerò come avviene la macerazione a caldo del vegetale per ottenere una cera da utilizzare come materia prima per formulare un unguento ricco di principi attivi.

Cosa serve:
  • Un pentolino per il bagnomaria  
  • Un pentolino in acciaio
  • Una bacchetta di legno, o cucchiaio ecc 
  • Un contenitore per filtrare
  • Un collant
  • Guanti di cotone, guanti di lattice e guanti di gomma
  • Pirottini in silicone o alluminio
  • Cera d'api vergine
  • Arnica
Procedimento:

Cera d'api sciolta a bagno maria
Visto che l'arnica assorbe tantissimo i grassi  non posso darvi un peso specifico della cera d'api, quindi vi consiglio di abbondare con quest'ultima.


Arnica in cera d'api

Quando la cera è sciolta togliete il pentolino dal bagnomaria e fate abbassare la temperatura della cera d'api, aggiungete i fiori d'arnica e lasciateli  cuocere a bagnomaria (dolcissimo) per almeno 1 ora e, visto che la bacchetta non è "magica", utilizzatela per mescolare di tanto in tanto il composto.

Preparazione del filtraggio

Nel frattempo che l'arnica cuoce, preparate il necessario per il filtraggio; vi raccomando da questo punto in poi di utilizzare assolutamente i guanti nel seguente ordine: 
GUANTI DI COTONE sui quali inserire quelli di LATTICE e per ultimo quelli di GOMMA.
Tutto ciò per evitare di ustionarvi le mani !!!!!!!!!!

Arnica da filtrare
A questo punto, con attenzione sollevate dai bordi del contenitore  il collant e iniziate a strizzare il più possibile per far defluire il liquido così ottenuto nel ciotolino, versatelo nei pirottini e lasciate raffreddare.

Cera d'api all'arnica

A raffreddamento completato sformate  e avrete ottenuto così la cera d'api all'arnica. Si può conservare al riparo dalla luce e dal calore per anni.

Spero che questo articolo vi sia piaciuto e vi abbia incuriosito, perché "se ne avrò voglia...😂😂😂" nel prossimo vi descriverò come si può ottenere uno splendido unguento e... non solo.


giovedì 23 agosto 2018

IL GIARDINO SEGRETO




Nella mia Valle i nostri "vecchi" sono molto gelosi dei loro segreti che non condividono facilmente con gli "stranieri".
Fortunatamente ho avuto il piacere e l'onore di conoscere il Sig. Luigi: speziale, ricercatore, intenditore galenico, persona speciale, affascinante, di una cultura e umiltà immensa. 
Ad accompagnarmi c'era una   mia cara amica, appassionata anche lei dei misteri della Natura. Durante questi lunghi anni di amicizia abbiamo condiviso la nostra grande passione per le erbe officinali, scambiandoci informazioni, studi, ricerche e sperimentazioni. 
In questa giornata Luigi ci ha erudito sulle piante e le loro proprietà di cui non ne conoscevamo l'esistenza, inoltre ci ha insegnato a riconoscerle e soprattutto a rispettarle, raccontandoci persino alcuni aneddoti della sua vita privata, nonché piccole storielle tramandate dai nostri avi, con una morale nascosta.






Ho parlato dell'umiltà di quest'uomo, ma quello che mi ha riempito il cuore è stato quando ci ha condotto nel suo "Luogo Segreto",  mondo che si  è creato dove cura con amore il suo giardino delle erbe officinali e, dove si dedica alla raccolta, trasformazione e conservazione delle stesse .Tutto ciò, Luigi lo esegue in  un meraviglioso e grande rascard.


Tipico Rascard valdostano

Le sue giornate le trascorre in una piccola casetta fornita di vecchia stufa a legna e di un paiolo, dove si prepara la polenta, secondo le vecchie tradizioni: legna di larice per il fuoco e bastone di legno di ginepro con cui mescola la polenta donando tutti i profumi e le essenze della pianta.
Le sue notti, invece, trascorrono in una cameretta avvolta da profumi inebrianti dati dai fasci di erbe legati ad un trave ai piedi del suo letto.


Camera da letto di Luigi

Detto questo, mi ha colpito che un Saggio signore, montanaro da sempre, orso e timido, in questo paradiso utilizzi persino la tecnologia più avanzata per le sue ulteriori ricerche ed eventuali acquisti online.
Luigi in questo rifugio segreto ci ha fatto vedere, non solo i suoi oleoliti al sole, ma anche i fiaschi pieni di erbe officinali tramite cui si estrae l'essenza madre, di cui vi parlerò nel prossimo articolo.


Oleoliti
Fiaschi con erbe officinali


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