Da tempo seguo un gruppo di Facebook chiamato "Erbacce e Dintorni" dove si trattano svariati argomenti, ma prevalgono le discussioni sulle piante e sulle erbe. Mi sono imbattuta in un post in cui alcune ragazze discutevano su un metodo di estrazione dell'arnica che consisteva nel porre il vegetale in fiaschi di vetro esposti al sole. Le domande rivolte all'autrice del post erano tante, ma le risposte erano vaghe. Non mi sono stupita, perché durante le loro ricerche avevano trovato poco o niente nei libri o sul web. Inoltre, dopo aver pubblicato una mia foto dell'arnica nei fiaschi, mi è stato sottolineato che questa pianta è "protetta" e ne è vietata la raccolta!
A costo di sembrare tecnica e sicuramente noiosa, mi ritaglio un piccolo spazio in questo articolo per far conoscere la regolamentazione della raccolta dell'Arnica Montana in Valle D'Aosta:
Arnica Montana |
Tutti conoscono le innumerevoli proprietà dell'Arnica Montana e i suoi grandi benefici: antidolorifico, antinfiammatorio, per tendiniti, artriti, artrosi, dolori post-operatori, distorsioni, slogature, contusioni, ecc. Questo è possibile grazie all'altissimo contenuto di flavonoidi, oli essenziali, timolo, destrosio, luteina, colina, acido malico, acido gallico e acido palmitico.
Essendo una pianta altamente tossica, non va applicata su ferite aperte.
Nei secoli passati, i nostri antenati la utilizzavano friggendo l'arnica nel grasso animale, riponendola poi in vasetti per usarla all'occorrenza.
Durante le mie ricerche e i miei studi, ho appreso diverse tecniche di estrazione, alcune molto conosciute e utilizzate, come: oleoliti, percolati, tintura madre, tintura alcolica, estratto secco.
Grazie ai racconti dei Vecchi Saggi della mia valle, sono venuta a conoscenza di un antico metodo di estrazione dell'Arnica. Questo metodo consiste nell'inserire le infiorescenze in fiaschi di vetro trasparente, ben chiusi con un tappo di sughero, e nel porli capovolti sui tetti o sui balconi delle case per l'intera stagione estiva.
Bottiglie con Arnica Montana |
Le pochissime notizie che si leggono sul web sono fuorvianti e poco credibili, in quanto alcuni sostengono che l'estratto ottenuto è oleoso, mentre altri ritengono che sia necessario aggiungere alcol dopo aver filtrato il contenuto del fiasco. In realtà, il liquido non è altro che una soluzione alcolica, risultato della fermentazione dei glucosidi dell'arnica, ricca dell'essenza vergine di quest'ultima. Questo prodotto si mantiene nel tempo così com'è, senza l'uso di conservanti e/o additivi.
Dimenticavo di dirvi che, prima di aprire il fiasco, è fondamentale incidere il tappo di sughero affinché l'ossigeno possa entrarvi, creando così delle piccole bollicine di "effervescenza", al termine della quale si può stappare il bottiglione senza il rischio che questo esploda. Il contenuto va filtrato come si fa per una qualsiasi tintura o oleolito.
È importante consultare un professionista della salute prima di utilizzare qualsiasi prodotto a base di erbe, specialmente se si hanno condizioni mediche preesistenti o si stanno assumendo farmaci.
La bibliografia e la sitografia sono disponibili all'interno del blog, e puoi accedervi cliccando sul link corrispondente: QUI
Tutte le informazioni contenute nel seguente blog sono fornite esclusivamente a scopo informativo. Declino, pertanto, ogni responsabilità per qualsiasi utilizzo di queste informazioni a scopo curativo o estetico senza previa consultazione medica.
Non vedo l'ora che arrivi la prossima stagione estiva per mettere in pratica questo metodo. Sul mio tetto ci sta da Dio 😊
RispondiEliminaCOMMENTO DI FRANCA IPPOLITO pubblicato sul gruppo facebook " Erbacce e Dintorni":
RispondiEliminaCirca 40 anni fa avevo scoperto che nella libreria di casa c'era una raccolta di libri sulle piante e alberi,io passavo ore a leggere quei libri,volevo imparare i segreti dei Saggi come giustamente li chiami tu,ci sognavo ore, quelle letture erano il mio mondo,una passione mai finita anche se non sono mai riuscita a farla crescere,la vita con un bagaglio ricco questo si ma questo sogno é ancora li...chissà forse un giorno...
Ti ammiro,ho sempre pensato che chi vive a contatto con la natura e riesce a farne parte con quell'antico rispetto del dare-avere,la propria vita ha un ciclo completo,la natura mette pace all'anima
Grazie
condividere con voi questa passione e' una grande opportunita'
Eliminagrazie
Grazie, i nostri blog sono a tua disposizione contattami per qualsiasi tuo dubbio, sarò lieta di esserti di aiuto.
Eliminama che brave fate siete!!! grazizissime
RispondiEliminagrazieeeee :)
EliminaGrazie per la condivisione.
RispondiEliminasalve,
RispondiEliminaio vado in val gardena da 15 anni e vorrei sapere se è una legge regionale o nazionale per poterli raccogliere. Eventualmente si può fare anche con i fiori secchi?
Grazie Letizia
Ciao Letizia,
Eliminaper essere certa di poter raccogliere piante protette ti consiglio di chiedere al Corpo Forestale della Zona, ti sapranno dare indicazioni esatte. Dalla pianta secca non estrai nulla al massimo puoi fare un percolato.
Inoltre tieni presente che il vegetale secco mantiene le proprietà non più di un anno, quindi devi accertarti che non sia in erboristeria da chissà quanto.
Spero di esserti stata utile, per qualsiasi informazione non esitare a contattarmi.
Accidentiiii.... allora come posso fare? dove trovo i fiori freschi?
RispondiEliminaCiao! Ma le bottiglie vanno riempite e i fiori pressati al suo interno o vanno opportunamente inseriti al massimo come in foto?
RispondiEliminaBuongiorno, se volessi fare un gel a base di arnica 40/60 % cosa dovrei usare, inteso come arnica? grazie a chi mi può aiutare
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